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Blockchain: significato, come funziona, a cosa serve (in parole semplici)[2023]

Scopriamo in parole semplici cos’è la blockchain, come è diversa dal bitcoin e quali sono le sue applicazioni.

Anche se non sei un appassionato di finanza, avrai sicuramente sentito nominare almeno una volta i “Bitcoin” o la “Blockchain”.

Sei ancora un po’ confuso sul significato di questi termini? 

Non disperare: alla fine di questo articolo sarai in grado di spiegare la blockchain e i bitcoin a chiunque!

Blockchain: cos’è?

Ti sei mai chiesto cosa succede quando carichi un documento o una foto su un sito web? Quando schiacci “carica”, l’informazione dal tuo computer passa attraverso il tuo modem, e viaggia attraverso l’internet: migliaia di chilometri di cavo che la portano infine ad un altro computer, chiamato server.  

Il server è di proprietà del gestore del sito web, che ha quindi  un controllo totale sulle tue informazioni, ed ha la facoltà di cambiarle a suo piacimento: potrebbe cancellarle per errore, condividerle con qualcuno senza il tuo permesso o addirittura falsificarle!

La Blockchain (o “block chain”, traduzione “catena di blocchi”), serve proprio a risolvere questo problema: è un sistema che per salvare i dati utilizza migliaia di computer e migliaia di proprietari diversi, uniti in una singola rete che si estende su tutto il pianeta.

Questo fa sì che ogni modifica all’informazione passi prima per il controllo di migliaia di proprietari, che verificano che sia legittima e veritiera. Per questo motivo si dice che i dati sulla blockchain sono trasparenti e immuni alla contraffazione.

Grazie a questa caratteristica, la blockchain è perfetta per registrare le informazioni in molti ambiti, specialmente quelli in cui l’autenticità dei dati è fondamentale: basti pensare agli atti notarili, alla tracciabilità degli alimenti o alle transazioni finanziarie.

Ora che hai un po’ più chiaro che cos’è la blockchain, entriamo un po’ più nel dettaglio! In questo post scoprirai:

  1. Come funziona la blockchain
  2. Che differenza c’è tra blockchain e bitcoin
  3. A cosa serve la blockchain

Blockchain: come funziona

Come detto prima, la magia della blockchain si basa sulla capacità di salvare il dato su migliaia di computer collegati, che vengono chiamati nodi della rete. 

Questi nodi hanno due compiti principali: il primo è quello di copiare e mantenere aggiornata una copia del cosiddetto Registro Distribuito (in inglese Distributed Ledger), un registro che contiene tutte le informazioni salvate sulla blockchain e che funge da riferimento ogni volta che qualcuno tenta di modificare un’informazione.

Possiamo immaginarcelo così:

4 computer con ognuno una copia dello stesso registro blockchain condiviso

Per semplicità usiamo solo quattro nodi in questo esempio, ma nella realtà sono da centinaia a migliaia, a seconda della blockchain in questione.

Quando qualcuno tenta di modificare una delle informazioni salvate su un nodo, gli altri nodi sono chiamati a verificare se quel qualcuno è autorizzato a compierla.

Se tutti i nodi danno l’ok, il registro condiviso viene aggiornato con la nuova informazione, ma tenendo anche una traccia dell’informazione precedente. Un po’ come quando tiriamo una linea su una parola sbagliata e scriviamo quella giusta accanto: in questo modo ogni cambiamento è trasparente, ed è impossibile modificare le informazioni di nascosto

Bitcoin e Blockchain: differenza

Che differenza c’è tra Bitcoin e Blockchain quindi? 

È molto semplice: il Bitcoin è basato sulla tecnologia blockchain, così come l’automobile è basata sulla ruota, o google sulla rete Internet. 

Bitcoin è infatti una criptovaluta, ed è la prima e senz’altro più famosa applicazione della tecnologia blockchain.

Rappresentazione della criptovaluta Bitcoin

Per farla breve, le criptovalute sono monete digitali che non hanno un proprietario, come uno stato o una banca centrale, ma circolano su una rete basata sulla tecnologia blockchain. 

Seguiamo lo stesso ragionamento di prima; se io ho 3 bitcoin e voglio mandartene 5, l’intera rete andrà a controllare quanti bitcoin ho, e si accorgerà che non è possibile effettuare la transazione. Viceversa, se provo a mandartene solo uno, la rete approverà la transazione. 

Ti sei mai chiesto perché per fare un bonifico ci vogliono diversi giorni? È proprio perché questa operazione di solito viene effettuata dalle banche, che non comunicano efficacemente tra loro, come invece riesce a fare una rete digitale.

La blockchain invece rappresenta la tecnologia sottostante non solo del bitcoin, ma di altre decine e decine di applicazioni, nei settori più disparati: vediamone alcuni!

Blockchain: a cosa serve

Ora che sai cosa è la blockchain e come funziona possiamo passare alle applicazioni della blockchain nel mondo reale. 

Questa tecnologia è stata proposta per risolvere problemi in quasi ogni settore economico, ma per non dilungarci troppo affronteremo solo quelli più discussi.

Blockchain e Criptovalute: Bitcoin, Ethereum, Ripple…

Se hai letto il paragrafo precedente ora hai capito benissimo cosa è il Bitcoin, ma la famosa monetina dorata non è l’unica criptovaluta in circolazione! Infatti ci sono centinaia (o addirittura migliaia) di criptovalute indipendenti, ognuna con caratteristiche, valore e utilizzi diversi. La capacità della blockchain di funzionare senza un’autorità centrale rende possibile la nascita di questa varietà di “contante digitale”, che è però ancora molto poco utilizzato nell’economia reale. Questo non ha impedito che si creasse un vero e proprio mercato azionario parallelo, con una forte speculazione sui valori di queste monete, che possono variare in maniera vertiginosa anche nel giro di pochi minuti.

Blockchain Alimentare: La tracciabilità della filiera

Grazie alle sue caratteristiche di sicurezza e trasparenza, la Blockchain è perfetta per registrare le informazioni sulla storia dei prodotti food: l’utilizzo della blockchain nelle filiere agroalimentari permette infatti alle aziende di comunicare in maniera assolutamente trasparente con i propri consumatori. Quando compri un prodotto tracciato su blockchain puoi scoprire con pochi click tutto ciò che vuoi sapere su quello che ti stai mettendo nel piatto o nel bicchiere: quali sono gli ingredienti, da dove vengono, quando sono stati fatti e da quale azienda, se sono stati usati agenti chimici nella lavorazione o meno, dettagli sul territorio in cui sono stati prodotti.

La blockchain garantisce informazioni sicure sulla provenienza dei prodotti food&drink

Non c’è davvero limite al grado di trasparenza che le aziende possono raggiungere grazie a questa incredibile tecnologia, che si sta affermando in tutto il mondo come sinonimo di qualità e affidabilità.

Se ti interessa questo argomento, questo articolo affronta nel dettaglio i requisiti e i costi della tracciabilità blockchain per un produttore.

Certificazioni Blockchain

La blockchain sta prendendo piede nel campo della certificazione, perché permette di creare certificati assolutamente non falsificabili e verificabili in tutto il mondo: basta uno smartphone e una connessione ad internet. In Italia abbiamo vari esempi, come quello dei Panini Italiani certificati su blockchain.

Proprietà Intellettuale

Di recente la blockchain è diventata legge; in Italia salvare un documento su blockchain ha lo stesso valore legale di una marcatura temporale. La marcatura temporale è fondamentale quando si tratta di associare ad un documento informatico una data e un orario giuridicamente certi e utilizzabili a livello legale, specialmente per la protezione del copyright o della proprietà intellettuale.

Finanza

Molte banche e mercati azionari stanno già sperimentando la blockchain come un modo per risparmiare tempo e denaro nella gestione delle transazioni finanziarie, dato che le caratteristiche della blockchain si sposano perfettamente con le necessità di queste istituzioni in termini di sicurezza.

Sanità, Voto Elettronico, Assicurazioni, Logistica…

…sono solo alcune delle altre innumerevoli applicazioni di questa tecnologia, che da anni ormai domina gli eventi e le rubriche dedicate all’innovazione. 

Centinaia di aziende in tutto il mondo continuano giornalmente a sperimentarne di nuove, cercando di ottenere un vantaggio competitivo da questa potente tecnologia, così famosa eppure così poco conosciuta. Ma stiamo facendo grandi passi, soprattutto grazie a persone come te, che si informano su questi argomenti e portano queste informazioni a casa, a lavoro, agli amici del bar o sui social: così si contribuisce a creare un mondo più consapevole e tecnologicamente avanzato.

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Blockchain e proprietà intellettuale: a cosa serve e ultimi sviluppi [2023]

Ancora oggi la prima cosa che viene in mente molte persone sentendo la parola “blockchain” sono i bitcoin e l’industria FinTech. Blockchain non è uguale a Bitcoin, anche se è nata dalla famosissima criptovaluta: la blockchain è una tecnologia che ha il potenziale per rivoluzionare numerose industrie, tra cui quella della protezione della proprietà intellettuale.

Affronteremo in particolare due applicazioni della blockchain a questo settore: la prima riguarda i marchi registrati e i brevetti, la seconda la creazione di prove di proprietà per opere originali non registrate.

cartelle con etichette copyright marchi registrati legge proprietà intellettuale brevetti infringment

Innanzitutto va detto che l’utilità della blockchain in questi frangenti è data dalla possibilità di creare smart contract (contratti intelligenti). Gli smart contract sono contratti digitali programmabili, che riescono a gestire diverse operazioni in maniera completamente automatica e sicura: pagamenti, verifiche di proprietà, trasferimenti di diritti e molto altro. Questo apre la strada a soluzioni integrate che possono gestire un’ampia casistica di problematiche legate alla proprietà intellettuale.

Vediamo ora come gli smart contract e la blockchain possono andare a risolvere alcuni problemi di questo settore.

Blockchain e brevetti

Per loro natura i brevetti e i marchi registrati sono distribuiti tra vari paesi o entità geo-politiche: non esiste infatti un unico registro mondiale, bensì una moltitudine di registri indipendenti e scarsamente comunicanti. Questo rende ovviamente inefficiente la registrazione e la verifica dei brevetti in scenari internazionali.

Nasce quindi l’idea di una rete unificata per registrare i brevetti a livello globale. Una rete del genere necessita di caratteristiche di sicurezza, decentralizzazione e compatibilità con i sistemi esistenti, ed è qui che entra in gioco la blockchain. 

rotelle colorate su una lavagna con la scritta patent brevetto

Grazie alla blockchain è infatti possibile avere una moltitudine di agenti collegati alla rete, classificati in base alla loro autorità: proprietari di brevetti, licenziatari autorizzati, utilizzatori, autorità doganali.

Ognuno di questi agenti può vedersi attribuiti diversi poteri e compiere diverse operazioni sui brevetti registrati, ciascuna delle viene registrata in maniera permanente dalla rete, in quanto la blockchain permette di tracciare retroattivamente qualsiasi operazione e i suoi dettagli. Se vuoi una spiegazione semplice ed efficace di come funziona la Blockchain la trovi a questo link.

Esempio: L’acquisto di un brevetto

Vediamo queste caratteristiche in azione: se si esegue una transazione basilare, come l’acquisto di un brevetto, con il sistema tradizionale è necessario un fornitore di servizi diverso per ogni passaggio: controllare l’assegnazione del brevetto, verificarne la validità, negoziare l’accordo di vendita, eseguire e pagare la transazione e infine informare tutti gli uffici brevetti pertinenti della transazione. Con un sistema basato su blockchain tutte quelle attività vengono completamente automatizzate. Il vantaggio è una drastica riduzione delle transazioni e della loro complessità, con una notevole riduzione dei costi.

Questo apre l’ecosistema dei brevetti anche a entità che prima avevano difficoltà ad accedervi, come PMI, startup e università, che a causa dell’inefficienza e della complessità dei processi di registrazione spesso rinunciano a proteggere la loro proprietà intellettuale. Con un sistema basato su blockchain invece sarebbero possibili transazioni più veloci, economiche e sicure.

Blockchain e prove di proprietà intellettuale

Nonostante l’importanza di brevetti e marchi registrati, la stragrande maggioranza della proprietà intellettuale non ricade in queste categorie: sorge quindi la necessità di dimostrare l’autenticità e la paternità di opere originali non registrate, come foto, illustrazioni, opere letterarie e opere pittoriche. 

Anche in questo caso la blockchain può rivelarsi un formidabile alleato: essa consentirebbe infatti di tracciare dove, quando e da chi un’opera sia stata creata, e di individuarne gli utilizzatori, sia legittimi che illegittimi.

Questa è ad esempio l’idea dietro KodakONE, l’ecosistema lanciato dalla multinazionale tecnologica Kodak per aiutare i fotografi a tracciare l’utilizzo delle loro fotografie, e a richiedere i proventi qualora esse venissero utilizzate in maniera illegittima.

Blockchain e Proprietà Intellettuale – Validità legale

In italia si parla di blockchain nel Decreto Semplificazioni di Dicembre 2018, convertito in legge l’11 Febbraio 2019, nel quale questa tecnologia è stata inquadrata a livello giuridico per la prima volta.

In particolare l’articolo 8-ter sancisce quanto segue:

“La memorizzazione di un documento informatico attraverso l’uso di tecnologie basate su registri distribuiti produce gli effetti giuridici della validazione temporale elettronica di cui all’Articolo 41 del Regolamento UE n. 910/2014” (i.e. Regolamento in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno) ovvero un pieno riconoscimento circa l’effettività dello smart contract tra le parti interessate (secondo gli standard tecnici individuati dall’AgID, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione) secondo “una validazione temporale elettronica qualificata” che, come riportato all’interno dello stesso regolamento, se rilasciata in uno Stato Membro “è riconosciuta quale validazione temporale elettronica qualificata in tutti gli Stati Membri”.

Cosa significa?

Significa che la registrazione blockchain produce una “validazione temporale elettronica“, analoga alla marca temporale, che è una procedura che collega un dato documento a una data e un orario ben precisi.

L’idea di base è che se tu produci un bene intellettuale che vuoi proteggere (ad esempio una fotografia) puoi utilizzare la blockchain per avere una “prova di anteriorità”, ossia dire “in data x io ero già in possesso di quel documento”. Questa prova è poi utilizzabile in caso di una disputa sul diritto d’autore, in quanto ti consente di dimostrare la paternità del documento.

Differenza tra la validazione temporale elettronica semplice e qualificata.

Nella normativa europea eIDAS, una validazione temporale elettronica è definita come “dati in forma elettronica che collegano altri dati in forma elettronica a una particolare ora e data, così da provare che questi ultimi esistevano in quel momento”. Questo tipo di validazione risulta opponibile a terzi in sede legale, ma la sua validità deve essere messa al vaglio di un giudice, che ne valuta la legittimità.

eIDAS logo

Viene tuttavia individuata anche una validazione temporale elettronica qualificata, che gode delle seguenti proprietà:

  • collega la data e l’ora ai dati in modo da escludere ragionevolmente la possibilità di modifiche non rilevabili dei dati;
  • si basa su una fonte accurata di misurazione del tempo collegata al tempo universale coordinato; 
  • è apposta mediante una firma elettronica avanzata o sigillata con un sigillo elettronico avanzato del prestatore di servizi fiduciari qualificato o mediante un metodo equivalente;

Esiste quindi in questa particolare forma di validazione la necessità del sigillo di un ente fiduciario qualificato. In Italia la qualifica è concessa da Accredia, l’organismo di accreditamento. Una validazione qualificata risulta più efficace in quanto gode della presunzione di accuratezza della data e dell’ora che indica e di integrità dei dati ai quali tale data e ora sono associate. Questo significa che la sua validità può essere accertata senza l’intervento di un giudice, e per di più a livello europeo, rendendola quindi più efficiente nella risoluzione delle dispute.

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A cosa serve il QR code e perché le etichette non ci bastano più [2023]

Il QR code sta entrando sempre di più nelle nostre vite: tra gli scaffali del supermercato, alle fermate dei bus, o addirittura sulle nuove fatture elettroniche. Ma perchè? Perché funziona! E in questo articolo scoprirai come.

A cosa serve il QR code

Come funziona? Sono molte le domande che ci vengono in mente quando vediamo questi strani quadratini stampati dappertutto.

N.B. Se sai già che cos’è un QR Code, scopri la nostra guida completa per creare il QR perfetto!

Rispondiamo innanzitutto alla prima domanda.

Collegare il mondo fisico a quello digitale. 

Da più di dieci anni a questa parte, lo smartphone ha rivoluzionato le nostre vite: abbiamo tutta la potenza del web nelle nostre tasche, e tuttavia la stragrande maggioranza delle esperienze che viviamo giorno per giorno non si avvantaggiano di questo nostro nuovo “superpotere”. La maggior parte delle informazioni è infatti riportata direttamente sulle etichette e sul packaging, che hanno uno spazio limitato e ha l’importantissima funzione di attrarre visivamente il consumatore.

I QR code consentono di collegare i prodotti fisici, che noi possiamo vedere e toccare, alle esperienze digitali: siti web, video, applicazioni, realtà aumentata. Come ci riescono? Tramite una semplice scansione del QR tramite la fotocamera dello smartphone.

Molti dei nostri clienti vorrebbero dare di più ai loro consumatori, ad esempio contenuti o informazioni sulle proprietà, sulla provenienza o sulla storia dei loro prodotti. Quando consigliamo loro di utilizzare i codici QR spesso veniamo bombardati dalle domande:

“Ma poi le persone devono scaricare un’app?”

“E se poi voglio cambiare il link?”

“Ma poi la gente li usa davvero?”

Se anche tu hai questi dubbi, sei nel posto giusto! Ti dimostreremo come il QR code sia ancora il modo più efficace per fornire ai tuoi clienti un’esperienza più completa e appassionante del tuo prodotto.

Scoprire di più sui tuoi clienti

informazioni e analytics sui consumatori grazie ai qr code
Con i QR code puoi scoprire molte nuove informazioni sul tuo mercato

Sapevi che grazie ai QR code puoi ottenere un sacco di informazioni utili sulla tua clientela? Quando un utente si collega a un tuo sito web puoi scoprire molte informazioni sul suo conto: se è uomo o donna, quanti anni ha, dove vive, i suoi interessi… I QR code, se usati nel modo giusto, possono darti un’immagine nitida del tuo segmento di mercato, e indicarti possibili corsi d’azione per aumentare il coinvolgimento dei consumatori e le vendite dei tuoi prodotti. Abbiamo un articolo apposito che offre delle idee per il settore della ristorazione e dell’agroalimentare

Ora che sai a cosa serve il QR code passiamo alla fase successiva: come lo utilizzo?

Come leggere i QR code: serve un’App?

Questa è in assoluto la domanda più frequente (e legittima!), e la risposta è: dipende dallo smartphone, ma in generale no! Infatti la maggior parte delle persone che hanno aggiornato il proprio sistema operativo negli ultimi 3 anni possono eseguire la scansione di un codice QR senza bisogno di app aggiuntive. 

Per chi ha un iPhone nessun problema: dal modello 5s in poi (un telefono rilasciato nel 2013!) tutti i dispositivi Apple possono scansionare un QR code usando solamente la fotocamera dello smartphone. 

Per chi ha Android la situazione è leggermente diversa: tutti i dispositivi con Android 9 o superiore possono leggere i QR senza bisogno di App esterne, attivando la funzione “Google Lens” della fotocamera. Tuttavia a Ottobre 2022 solo il 65% dei dispositivi dispongono della più recente versione di Android. Che significa per tutti gli altri?

Ebbene sì, ci sarà bisogno di scaricare un’App. Ma attenzione! Si tratterà un lettore generico di QR code, che quindi ti consentirà di leggere TUTTI i QR code, su qualsiasi prodotto di qualsiasi marchio, non solo quelli legati a un particolare marchio o sito. 

Questo significa anche che i tuoi consumatori, se hanno già usato un QR code in passato, con tutta probabilità hanno già questo una di queste applicazioni installate sul loro smartphone.

A questo punto mi chiederai: ma quale App per leggere i QR dovrei scaricare? 

Ce ne sono davvero a bizzeffe, ma su Android io ti consiglio questa, che è una delle poche senza annunci pubblicitari. Basterà avviare l’app, inquadrare il codice QR e potrai immediatamente accedere ai contenuti che racchiude.

Come faccio a creare il mio QR code?

Creare un QR è semplice, veloce e costa ZERO! 

Non farti impressionare da quelli che lo fanno sembrare un lavoro estremamente complicato e che necessita di competenze da hacker: puoi farlo tu stesso, senza alcun costo, in pochi minuti. Come si fa?

Innanzitutto devi decidere quale esperienza digitale vuoi offrire ai tuoi clienti. Dove deve portarli il codice QR? Al tuo sito, al tuo e-commerce, al tuo video su youtube?

Una volta che hai deciso questo punto fondamentale, sei pronto a procedere. Prendi l’indirizzo web della risorsa che hai scelto, e vai su un sito come QR Code Generator.

Se non ti interessano colori o forme particolari, per creare il codice basterà incollare l’indirizzo web della tua esperienza digitale nel campo apposito. In un istante vedrai apparire il tuo nuovo codice QR nel riquadro sulla destra, e potrai scaricarlo in formato digitale per poi stamparlo e applicarlo sui tuoi prodotti, senza scadenze o limiti di utilizzo!

Ok ho il mio QR… E adesso dove lo metto??

Un Qr code può essere stampato su tutti i materiali e le superfici, e per funzionare alla perfezione necessita di dimensioni minime di 1 cm x 1 cm

Non molto vero? Noi comunque consigliamo ai nostri clienti di dedicare uno spazio di almeno 2 cm x 2 cm, per massimizzare la visibilità e la leggibilità.

Quando c’è da decidere dove posizionare il QR code bisogna farsi innanzitutto una domanda: il mio prodotto ha un packaging personalizzato, utilizza una confezione generica o è venduto senza packaging?

Caso 1: codice QR su confezione personalizzata.

Nel primo caso la risposta è semplice: l’ideale è creare un nuovo design della confezione che includa anche un piccolo spazio per il codice, insieme ad una breve frase che inviti il consumatore a scansionarlo. 

Sul fronte o sul retro? La posizione del QR dipende da cosa vuoi ottenere. 

Se la tua intenzione è quella di attrarre nuovi consumatori e aumentare le vendite, l’ideale è posizionare il codice sul fronte della confezione: in questo modo il codice verrà visto dalle persone anche quando il prodotto è esposto sugli scaffali dei negozi, e potrà incuriosire il consumatore e indurlo a scegliere il tuo prodotto piuttosto che quello della competizione.

Se invece la tua intenzione è quella di fidelizzare ulteriormente i clienti che hai già acquisito, sarà sufficiente posizionarlo sul retro della confezione, impattando in maniera minore il design e lasciando che il consumatore lo scansioni in un secondo momento, magari a casa e con più calma.

Un’alternativa che non intacca la confezione originale è quella della targhetta col cordino o del cartoncino esterno, posizionato ad esempio sul collo di una bottiglia. Questa soluzione permette di non dover rifare le etichette e le confezioni, ma richiede più tempo nella preparazione del packaging.

Caso 2: codice QR su packaging alimentare generico

Se non hai la possibilità di modificare il design della tua confezione, l’alternativa più semplice e veloce è senza dubbio l’etichetta adesiva. Economica, rapida da applicare e appariscente, l’etichetta permette di applicare un codice QR a praticamente qualsiasi prodotto confezionato.

Caso 3: codice QR su prodotto senza confezione

Prodotti freschi, come possono essere frutta sfusa o panini, non consentono di applicare direttamente un codice QR. In questo caso la scelta migliore è probabilmente quella di posizionare il codice direttamente nell’espositore, tramite un cartellino in plastica o cartoncino.

Un’altra valida alternativa può essere quella di fornire ai negozianti degli incarti o dei volantini, che possano essere consegnati al cliente quando acquista il tuo prodotto.

I codici QR possono essere programmati per essere dinamici. Ciò significa che puoi reindirizzare i clienti dal collegamento vecchio a uno nuovo, e assicurarti che il cliente venga collegato sempre al contenuto giusto

Per questo tipo di opzioni però dovrai rivolgerti a figure più specializzate: al contrario della creazione di un semplice QR code, questo tipo di sistema richiede competenze informatiche più avanzate.

Statistiche di utilizzo dei QR code

Ma chi li usa questi codici QR??” Chiunque sia andato in Cina negli ultimi anni sa perfettamente come può apparire un mondo in cui tutti usano i codici QR: grazie alla forte spinta dell’App WeChat, il quadratino magico è diventato di uso comune per pagamenti, visite a siti web, interazioni contactless e molto altro. Tuttavia le cose stanno cambiando anche fuori dalla Cina, in particolare da noi in Europa e dai nostri amici americani.

In un recente report di Statista si stima che negli Stati Uniti saranno 11 milioni le famiglie che scansioneranno un codice QR nel 2020, mentre erano solo 9,78 milioni nel 2018. 

In Europa la situazione è ancora più promettente: il 25-30% della popolazione sa utilizzare i codici QR e lo fa abitualmente! 

Ma qual è il profilo tipico dello scansionatore folle di QR Code?

Le ricerche mostrano che gli utilizzatori sono di età compresa tra i 24 e i 54 anni, con l’utilizzo massimo tra i 34 e i 44 anni: se la tua clientela è compresa in questa fascia considera l’uso di codici QR sui tuoi prodotti!

Se vuoi scoprire di più su questo argomento leggi il nostro articolo sul blog di QualityChain.

Da dove iniziare

Se vuoi sapere di più sull’utilizzo dei QR code per raccontare la storia dei tuoi prodotti, sentiti libero di scriverci senza impegno a [email protected]. Ti daremo qualche consiglio e sapremo indicarti a chi rivolgerti in base ai tuoi bisogni.

Se sai già il fatto tuo, potrebbe interessarti QualityChain. Si tratta di un servizio in abbonamento che ti permette di raccontare la storia del tuo prodotto tramite codice QR, in maniera facile e veloce, e garantirla grazie alla tecnologia Blockchain (se non sai cosa sia clicca qui). Dacci un’occhiata sul sito ufficiale!

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I Certificati Blockchain spiegati semplicemente [2023]

Se stai leggendo quest’articolo probabilmente hai già sentito parlare dell’uso della tecnologia blockchain per le certificazioni. Ma a cosa servono i certificati blockchain, e come funzionano? Possono sostituire gli enti certificatori?

A cosa serve la certificazione blockchain

Uno dei problemi fondamentali per qualsiasi certificazione è la possibilità che essa venga falsificata. Questo problema è accentuato dal fatto che, nella maggioranza dei casi, l’esistenza della certificazione è dimostrata unicamente da un documento cartaceo.

Per quanto sia timbrato, siglato e firmato, un certificato cartaceo è sempre a rischio falsificazione, per due problemi principali:

  1. È replicabile.
  2. È difficile verificare che sia autentico.

Il primo problema non necessita di spiegazioni: falsificare un timbro o una firma è piuttosto semplice, ma le conseguenze di una certificazione falsa nelle mani sbagliate possono essere disastrose! Pensiamo solo ai danni che possono venire da apparecchiature mediche non conformi, dall’opera di personale non abilitato a compiere determinate mansioni, o ancora da un prodotto alimentare non conforme alle normative sull’igiene.

Il secondo problema può sembrare ovvio, ma è di importanza critica: se per verificare che una banconota sia falsa possiamo usare gli scanner appositi, non esiste uno scanner universale che ci permetta di verificare che un particolare certificato sia autentico. Dobbiamo affidarci all’osservazione di particolari caratteristiche fisiche (timbri, firme, filigrane) o, quando possibile, verificare l’esistenza del certificato su database pubblici.

primo piano della mano di una persona che firma un documento e lo timbra
L’autenticità di un certificato è ancora verificata con documenti cartacei timbrati e firmati.

La blockchain è una tecnologia innovativa che risolve entrambi questi problemi: consente infatti di registrare un’informazione digitale in maniera sicura e non falsificabile. Questo è possibile perché l’informazione viene replicata su migliaia di computer sparsi per il mondo, e collegata in maniera inequivocabile con la sua fonte, l’ente certificatore nel caso dei certificati, e alla sua data di creazione.

La blockchain è costituita da una rete di migliaia di computer interconnessi.

Puoi trovare una spiegazione semplice e completa di come funziona la blockchain a questo link.

La forza dei certificati su blockchain sta proprio qui: non sono falsificabili, ed è possibile verificarli in tutto il mondo, utilizzando semplicemente uno smartphone connesso ad internet.

La certificazione blockchain sostituisce quella tradizionale?

Spesso si fa confusione su questo punto, ma la risposta è: no, nella maniera più assoluta!

Il lavoro di un consorzio o un ente certificatore è infatti indispensabile: è sempre necessario l’intervento di professionisti che verifichino il rispetto delle normative e dei parametri necessari al rilascio del certificato. 

ispettore controlla una bottiglia di bibita
I controlli degli enti appositi rimangono necessari perché le certificazioni siano valide.

La blockchain dunque non sostituisce i Certificatori, bensì è una tecnologia che viene utilizzata per potenziare i certificati già esistenti e renderli più sicuri. 

Sono ormai numerosi gli esempi di enti che hanno integrato la blockchain nelle loro applicazioni: DNV-GL e CSQA come agenzie di certificazione, l’Accademia del Panino Italiano e il consorzio dell’Arancia Rossa IGP nel mondo del food, e molti altri nei settori più disparati.

Soluzioni Blockchain per Enti di Certificazione Pubblici

Le soluzioni blockchain offrono vantaggi anche agli enti di certificazione pubblici. Ad esempio, possono garantire l’autenticità dei certificati rilasciati, consentire la tracciabilità delle informazioni e ridurre il tempo necessario per effettuare verifiche ed emissione dei certificati.

Gli enti di certificazione pubblici possono utilizzare la blockchain per semplificare e migliorare la gestione delle loro attività quotidiane, come il rilascio di certificati di nascita, diplomi di laurea, licenze professionali, ecc. Questo li rende più efficienti e affidabili, e riduce i costi associati alla gestione del sistema.

Blockchain per la Certificazione di Prodotti o Processi

La blockchain può essere utilizzata per certificare prodotti o processi, garantendo una maggiore trasparenza e affidabilità. Grazie alla natura decentralizzata e immutabile della blockchain, le informazioni relative ai prodotti o ai processi certificati sono sempre disponibili e accessibili a tutti gli interessati.

Ad esempio, la blockchain può essere utilizzata per certificare la provenienza di prodotti alimentari, garantendo che siano stati prodotti e trasportati secondo determinati standard di qualità e sicurezza. Inoltre, la blockchain può essere utilizzata per monitorare e verificare le catene di approvvigionamento e di produzione, assicurando il rispetto delle normative ambientali e sociali.

I risvolti legali e la trasformazione digitale delle aziende

La digitalizzazione dei processi ha fatto grandi progressi questi ultimi anni, soprattutto grazie all’eIDAS, il regolamento dell’Unione europea per l’identificazione elettronica e i servizi fiduciari per le transazioni elettroniche approvato nel 2014.

Grazie a questo regolamento, la firma digitale ha assunto piena validità legale in tutti i paesi dell’Unione, aprendo la strada ai primi processi e alle prime transazioni completamente digitali, dall’inizio alla fine.

Se è vero che oggi la stragrande maggioranza dei documenti nasce su Microsoft Word o come PDF, è anche vero che solitamente, a un certo punto del processo, emerge la necessità di stampare il documento per firmarlo, timbrarlo o mandarlo per raccomandata.

Questo passaggio rallenta l’intero processo e introduce la possibilità di frodi, per i motivi menzionati nei paragrafi precedenti.

Risulta quindi di vitale importanza conoscere queste tecnologie e comprenderne le potenzialità, consapevoli che un giorno ciò che oggi consideriamo all’avanguardia sarà diventato la norma: in un futuro non troppo lontano il cartaceo potrebbe scomparire del tutto, sostituito da certificati digitali più sicuri ed efficienti.

Come creare certificati blockchain

Se sei interessato a ottenere il tuo sistema di certificati blockchain, o vuoi semplicemente saperne di più, 4BMC può aiutarti! Manda una email al nostro indirizzo:

[email protected]

Oppure visita il nostro sito https://4bmc.ch.

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Tracciare i tuoi prodotti con la Blockchain: come fare, cosa serve, quanto costa [2023]

Ti è capitato di vedere in enoteca o al supermercato quelle strane etichette che dicono “prodotto tracciato su blockchain“, e vuoi saperne di più?

Sei nel posto giusto!

In questo articolo affronteremo in ordine:

  1. Cosa significa tracciabilità blockchain
  2. Quali tipi di tracciabilità alimentare esistono
  3. Come puoi tracciare i tuoi prodotti
  4. Quanto costa tracciare su blockchain

Tracciabilità blockchain: cos’è e a cosa serve

Che differenza c’è tra la tracciabilità normale e quella blockchain?

La differenza sta nel modo in cui vengono salvati i dati: nel secondo caso infatti tutte le informazioni sul prodotto vengono salvate per l’appunto su una blockchain, una speciale rete di computer che rende il dato sostanzialmente immune alla contraffazione (a questo link trovi la blockchain spiegata facile facile).

blockchain per la tracciabilità alimentare
La blockchain permette di rendere sicure le informazioni sulla filiera di un prodotto.

Ciò è ovviamente molto importante per il consumatore, perchè gli consente di conoscere senza ombra di dubbio la storia di quello che sta mangiando o bevendo.

Infatti queste informazioni vengono poi rese accessibili tramite varie tecnologie (che affrontiamo più avanti nell’articolo), come il QR code, che permette di avere la storia del prodotto sempre a portata di smartphone

Una storia scolpita nella pietra (digitale)

Tracciare su blockchain significa dire:

“Ecco, questo è il mio prodotto e come l’ho fatto, te lo scrivo e te lo firmo, anzi, lo voglio scolpito nella pietra!”

Un produttore responsabile

Significa quindi prendersi piena responsabilità della propria filiera di fronte ai consumatori, creando il massimo grado di trasparenza e di fiducia consentito dalle nostre tecnologie.

Un produttore che traccia su blockchain si distingue dagli altri per l’attenzione dedicata non solo a vendere, ma anche e soprattutto ad informare e educare sulla qualità dei prodotti.

Dal produttore al consumatore: codice QR e RFID

Ci sono varie tecnologie che permettono ai consumatori di accedere alle informazioni fornite dai produttori, ma le più utilizzate sono sicuramente i codici QR e le etichette RFID.

Cosa sono i codici QR? Sono quelle immagini quadrate e pixelate che vediamo sempre più spesso su internet o in giro per le nostre città. Questi codici possono essere scansionati dal tuo smartphone tramite la fotocamera sugli iPhone o tramite app apposite sui telefoni Android.

esempi codici qr
I codici QR sono sempre più diffusi nei nostri negozi e supermercati.

Quando scansioni un codice QR il tuo telefono ottiene un’informazione testuale, solitamente l’indirizzo di un sito, al quale puoi collegarti per ricevere informazioni sull’oggetto che stai scansionando: nel caso di un prodotto agroalimentare potresti essere portato alla pagina web che ne racconta la storia.

E le etichette RFID? Proprio come i QR code, i tag RFID trasmettono un’informazione al tuo cellulare, ma lo fanno con le onde radio: per leggerli ci devi passare il telefono sopra con l’opzione NFC attivata.

Quali tipi di tracciabilità alimentare esistono?

Iniziamo col dire che non esiste tanto una soluzione unica per la tracciabilità blockchain, quanto un’insieme di soluzioni diverse, più o meno adatte ai vari processi produttivi e alla dimensione dell’azienda.

Come produttore potresti ad esempio scegliere di tracciare solo parti della tua filiera, che magari consideri più importanti ai fini di comunicare la qualità del tuo prodotto, oppure scegliere di tracciare ogni dettaglio della produzione e della logistica dei prodotti, dalla materia prima alla distribuzione.

Ci sono anche differenze nel tipo di dati che vengono registrati e nelle tecnologie utilizzate per raccoglierli: i produttori più grandi e collegati alla grande distribuzione potrebbero decidere di utilizzare sensori, droni e altri dispositivi IoT, mentre un piccolo produttore potrebbe scegliere di registrare manualmente le informazioni che ritiene più importanti.

Per semplicità distinguiamo in tre tipologie:

1. Tracciabilità di primo livello: la micro impresa

Spesso i proprietari di piccole imprese non hanno i mezzi finanziari per investire in un complesso sistema di sensori e dispositivi IoT. Per questo sempre più produttori si stanno affidando a soluzioni di “primo livello“, molto più economiche, in cui l’inserimento dei dati è affidato al produttore e ai suoi operatori.

Mano a mano che il prodotto viene lavorato, il produttore registra sulla blockchain i vari passaggi della filiera: un viticoltore potrebbe registrare le caratteristiche del terreno e della vigna, un casaro potrebbe concentrarsi sulla temperatura di coagulazione e gli innesti utilizzati, o ancora il produttore di cachemire potrebbe evidenziare l’attenta selezione delle fibre utilizzate.

scansione taleggio tracciato su blockchain
Esempio di prodotto tracciato su blockchain.

Questo tipo di tracciabilità non è tanto orientata all’effettiva rintracciabilità del singolo lotto (per richiami di prodotti ad esempio), quanto piuttosto a ottenere una comunicazione più trasparente con il consumatore: per questo è spesso considerata una forma di storytelling piuttosto che di tracciabilità nel senso tradizionale.

2. Tracciabilità di secondo livello: la media impresa

Un’azienda più grande potrebbe decidere di investire in un sistema completo di sensoristica IoT. In questo caso il produttore può scegliere tra due possibilità per registrare le informazioni: integrazione con i software aziendali oppure inserimento manuale.

La prima opzione è sicuramente più affidabile rispetto al precedente, poichè i dati raccolti passano direttamente dalla fonte alla blockchain, con un rischio minore di manomissione dell’informazione. Tuttavia è anche la più dispendiosa a livello di capitale iniziale, perchè richiede un’integrazione completa della piattaforma blockchain scelta con i software già utilizzati dall’azienda per la raccolta dati e la tracciabilità.

sensori e droni per l'agricoltura blockchain
Droni e sensori sono molto utilizzati per i sistemi di tracciabilità blockchain.

Purtroppo molti di questi applicativi non prevedono la possibilità di esportare direttamente ad altri programmi, e pertanto queste integrazioni possono essere assai complesse e dispendiose, anche per un’azienda di medie dimensioni.

La seconda opzione, ossia l’inserimento manuale, richiede invece il lavoro di un addetto che copi i dati dai sensori e li riporti sulla blockchain. Questa soluzione, sebbene consenta un risparmio sull’investimento iniziale, comporta un sacrificio in termini di sicurezza, in quanto il passaggio dai sensori alla blockchain passa per l’intervento umano.

3. Tracciabilità di terzo livello: la GDO

I sistemi più complessi di tracciabilità blockchain li troviamo sicuramente nella Grande Distribuzione Organizzata: i grandi gruppi del Food hanno infatti delle filiere molto articolate, che coinvolgono numerosi produttori, trasformatori e fornitori di servizi, e producono grandissime quantità di lotti di ciascun prodotto.

In questo scenario risulta ancora più importante la capacità di rintracciare con precisione la storia degli alimenti, con o senza blockchain: questa tecnologia dà però la garanzia che le informazioni registrate non vengano modificate, e che non ci sia spazio di interpretazione nell’attribuire gli errori all’una o all’altra parte della catena produttiva.

Cosa serve per tracciare su blockchain?

Dipende tutto da quale strada vuoi scegliere: per realizzare una vera e propria tracciabilità blockchain (secondo e terzo livello) avrai bisogno di posizionare dei sensori nei punti critici della tua filiera, e integrare i tuoi sistemi con un software blockchain che crei le registrazioni.

Se invece opti per una tracciabilità di primo livello, molto probabilmente sei pronto a partire! La prima cosa da fare è individuare tutto ciò che rende il tuo prodotto speciale: il tuo territorio, i procedimenti che usi, la tua attenzione a non utilizzare sostanze nocive nella lavorazione… Tutto ciò che può distinguerti dalla concorrenza e comunicare la qualità del tuo prodotto.

unicità del prodotto blockchain
Sono molte le cose che possono rendere un prodotto unico nel mondo.

Una volta che hai definito la storia del tuo prodotto, puoi trovare delle foto e dei video che possano comunicare anche in maniera visiva i valori della tua azienda. Puoi mostrare le varie fasi di lavorazione, i tuoi stabilimenti, ma anche e soprattutto le tue persone, in modo che il consumatore possa dare un volto al tuo prodotto e rafforzare la sua fiducia nel tuo brand.

Quando hai raccolto tutte le informazioni devi solo trovare un servizio o una società che ti aiuti a registrarle sulla blockchain, e ti fornisca il QR code da inserire sul tuo packaging. Questo può essere fatto nell’etichetta, con un leggero cambio nel design, oppure direttamente applicando un bollino aggiuntivo sulla confezione.

Quanto costa tracciare i prodotti sulla blockchain?

È difficile stabilire a priori un prezzo su questo tipo di software.

Il costo dipende in gran parte dai tuoi requisiti: dal tipo di tracciabilità che desideri, dal numero di prodotti che vuoi tracciare e dal dettaglio che hai raggiungere, dal tuo avere già o voler installare un sistema di sensoristica IoT.

Questa tecnologia è molto avanzata, e spesso le società in questo settore creano prodotti su misura per il singolo produttore.

Ci sono delle eccezioni: la svizzera QualityChain, ad esempio, offre un abbonamento annuale a partire da €499 senza costi iniziali, mentre altri, come IBM Food Trust e Foodchain, hanno optato per una combinazione di costo iniziale di installazione e canone annuo.

Altre aziende, come TE-FOOD, EZ Lab, FoodLogiQ, Ambrosus e ValueGO, sono invece più improntate sul modello custom, realizzando progetti ad hoc e valutando caso per caso i costi di realizzazione.

Conclusioni

Siamo in un momento chiave dell’adozione dei questa tecnologia nell’industria del Food&Drink. Se scegli di essere uno dei primi a tracciare i tuoi prodotti su blockchain è indubbio che risalterai tra la folla, in particolare in un settore spesso poco innovativo come quello agroalimentare. Un bollino “tracciato su blockchain” attira l’occhio del consumatore, su questo non c’è dubbio.

Ma dobbiamo guardare più lontano. Andiamo verso un mondo in cui questo tipo di tecnologia diventerà la norma, in cui tutti i prodotti verranno tracciati su blockchain, in cui la fiducia dei consumatori sarà già cementata su nuovi marchi, nuovi sapori.

Secondo molti è proprio questo il momento giusto per iniziare a costruire questa fiducia, per la piccola impresa come per la grande, ed è il momento di fare il passo più lungo degli altri e posizionarsi come innovatori e pionieri del settore.

[Articolo aggiornato il 3 Maggio 2020]

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Il panino con la blockchain dentro

Cosa c’è di meglio di un delizioso panino, fragrante e colorato?

Ma è ovvio! Un panino certificato su Blockchain!

È questa l’iniziativa che abbiamo portato avanti negli ultimi mesi con il nostro partner, l’Accademia del Panino Italiano. 

L’Accademia è una fondazione culturale che si occupa di promuovere l’unicità del Panino Italiano nel mondo, andando a scovare i veri maestri del Panino e le loro creazioni. Solo ai migliori viene conferito il marchio “Autentico Panino Italiano”, che da oggi è anche riconosciuto tramite un attestato digitale su Blockchain, creato in partnership con la 4BMC.

giorgio borrelli panino blockchain
Il Gennargentu del maestro Giorgio Borrelli, panino certificato su blockchain .

La blockchain (spiegata super-semplice in questo articolo) è una tecnologia che garantisce l’autenticità dell’attestato, e lo rende quindi impossibile da falsificare e verificabile in tutto il mondo.

La blockchain è perfetta per registrare le storie dei prodotti alimentari, e consente ai consumatori di scoprire tutto ciò che vogliono sul loro cibo in pochi click, ad esempio quali sono gli ingredienti, quando sono stati fatti, se sono state usate particolari sostanze nella lavorazione, dettagli sul territorio in cui sono stati prodotti. Raggiungere questo grado di trasparenza è un obiettivo che abbiamo trovato assolutamente coerente alla mission di Accademia del Panino Italiano: creare valore in modo accessibile e trasparente.

Ciro Borrelli, Cofounder della 4BMC


Come si verifica l’attestato? Il modo più semplice sicuramente è scaricare la nuova app PaninoMap, la prima vera guida digitale del panino, disponibile su iOS e Android. Con quest’app potrai trovare gli indirizzi di tutti i locali nel mondo in cui si preparano panini fatti al momento, e scaricare l’attestato blockchain di quelli che hanno ottenuto il marchio “Autentico Panino Italiano”.

Cosa aspetti? Ora hai una nuova cosa da fare alla fine della quarantena: andare a provare questi deliziosi panini! Fino ad allora, non ti resta altro che visitare il sito dell’Accademia al link https://www.accademiapaninoitaliano.it/.

Buon appetito!